Varietà a bacca bianca definita “internazionale”, lo Chardonnay è ritenuto originario della Francia.
È l’incrocio spontaneo tra il Pinot Nero e il Gouais Blanc, avvenuto probabilmente intorno all’VIII secolo dopo Cristo nella zona della Borgogna.
Capace di adattarsi a diverse condizioni, oggi lo Chardonnay è diffuso in tutto il mondo ed è impiegato nella produzione di diversi stili di vino.
Grazie alla sua alta acidità, ai suoi aromi relativamente neutri e alla sua capacità di “rispondere” all’autolisi, lo Chardonnay concorre alla produzione di spumanti metodo classico (i più famosi sono Champagne, Franciacorta e Trentodoc, ma è consentito anche nella produzione di Cava e di molti Crémant, solo per restare in Europa).
È usato per produrre blend e vini varietali a tutti i livelli qualitativi, pressoché con ogni tecnica.
Famosi - e imitati in tutto il mondo, con esiti altalenanti - sono i pregiatissimi Chardonnay di Borgogna, affinati in legno e destinati, almeno auspicabilmente, ad essere longevi.
Non mancano esempi di Chardonnay dolci, da uve botritizzate.
Le domande classiche che ci fanno sullo Chardonnay (e le nostre risposte):
Che cos'è lo Chardonnay?
Lo Chardonnay è un vitigno a bacca bianca.
Anche il vino ottenuto da uve Chardonnay può chiamarsi "Chardonnay".
A seconda della legge del Paese in cui il vino è prodotto, è necessario impiegare una percentuale minima (in Europa è l'85%) di uve Chardonnay per poter chiamare così il vino.
Vi sono, inoltre, denominazioni che richiedono per disciplinare l'uso di uve Chardonnay, ma che non riportano in etichetta il nome del vitigno, bensì quello della denominazione.
Di cosa sa lo Chardonnay?
Come quelli di altri vitigni, gli aromi del vino fatto con uve Chardonnay dipendono dall'ambiente e dal modo in cui le uve sono coltivate, dalle tecniche di vinificazione impiegate e dal grado di maturazione del vino.
Man mano che l'uva è più matura (quindi in condizioni generalmente più calde e assolate), gli aromi primari dello Chardonnay vanno da agrumi e frutta a pasta bianca, a fruta a pasta gialla, a frutta tropicale.
La conversione malolattica, quando si verifica, è responsabile della formazione di aromi simili all'odore di panna e burro.
L'affinamento in legno e il contestuale bâtonnage conferiscono allo Chardonnay, rispettivamente, aromi di tostato e lievito, oltre a sapidità e struttura.
Con il tempo, lo Chardonnay può sviluppare aromi di camomilla, mela gialla, anche cotta, frutta tropicale disidratata, fieno.
Dove è coltivato lo Chardonnay?
Letteralmente in tutto il mondo.
Essenzialmente non c'è paese vinicolo che non produca, sebbene magari a livello non sempre eccelso, Chardonnay.
Le sue zone di elezione sono:
Francia:
Borgogna
Champagne
Italia:
Alto Adige
Friuli
Franciacorta
Trentodoc
Austria
Niederösterreich
Stati Uniti
California
Cile
San Antonio
Casablanca
Australia
Tasmania
Yarra Valley
Geelong
Margaret River
Con cosa si abbina lo Chardonnay?
Tutto dipende dallo stile di Chardonnay con cui si ha a che fare.
Champagne e spumanti metodo classico a basso dosaggio possono essere scelti anche a tutto pasto, ma sono tradizionalmente suggeriti con i molluschi e i crudi di mare.
Chardonnay freschi e varietali, ma di buona struttura, come quelli prodotti in nord Italia, Austria e Slovenia, sono adatti ad accompagnare pietanze sapide, come primi e secondi di pesce.
Chardonnay vinificati e maturati in legno, in stile borgognone, vengono accostati a piatti di carne di media struttura, come ricette a base di pollame, coniglio, e alle famose lumache.
Lo Chardonnay è pregiato?
Dipende, come sempre, dai metodi di coltivazione e vinificazione.
Insieme al Merlot, è il vitigno da cui si ottengono vini di ogni fascia di prezzo e qualità, il caso più lampante in cui il solo nome Chardonnay non permette al consumatore di fare previsioni.
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